Il progetto tecnico ha preso avvio nella sua prima fase preliminare a Febbraio del 2014, quando una squadra composta da due tecnici idraulici e un tecnico elettricista italiani si è recata nel distretto di Engab dove, con la collaborazione di personale locale e degli abitanti dei villaggi, si è iniziata la verifica dello stato della stazione di pompaggio della ScanWater; primo passo per la pianificazione del nuovo progetto che prevede la fornitura d’acqua ai nove villaggi del groupement.
Il locale, che contiene i macchinari per il funzionamento della stazione, è stato realizzato con un telaio di tubi innocenti chiuso da lastre di lamiera: una torre rettangolare sulla sommità della quale si trova la vasca di raccolta dell’acqua, chiusa ermeticamente nella parte superiore.
L’apertura del locale è stata letta come un evento dalla popolazione che, in molti casi per la prima volta dopo trent’anni circa dalla realizzazione, ha avuto la possibilità di accedere all’interno e verificare cosa effettivamente contenesse. Il malumore sulla mancata informazione e formazione era palpabile, insieme al desiderio di sapere contestualmente ai lavori cosa si ha intenzione di fare nel territorio e alla volontà di avere le conoscenze necessarie per saper sfruttare determinate opportunità.
L’analisi dei macchinari ha rivelato uno stato di deterioramento molto avanzato che non rende realizzabile l’idea di ripristinare l’esistente; i danni causati prevalentemente dall’acqua hanno reso inutilizzabile la maggior parte dei pezzi.
E’ stata, dunque, realizzata una documentazione fotografica e tecnica della situazione trovata e si è deciso di ispezionare anche la sommità della torre per valutare lo stato della vasca di raccolta. La disponibilità degli abitanti è stata utilissima anche per la solerzia con la quale hanno reso possibile raggiungere la cima della stazione costruendo una scala di legno ad hoc.
La vasca è ancora ermeticamente chiusa, non è stato dunque possibile aprirne il coperchio bullonato per un’ispezione interna.
Constatata l’impossibilità di riutilizzo della stazione nella sua interezza si è deciso di considerare la possibilità di utilizzarne i due pozzi trivellati che la rifornivano e le linee, ripristinandone ovviamente le parti deteriorate.
Nei giorni successivi sono state sollevate le due pompe ancora conservate all’interno dei pozzi per verificarne la funzionalità e soprattutto per avere l’occasione di misurare la profondità dei pozzi.
Le due pompe, sollevate con relativa facilità grazie all’attiva partecipazione degli abitanti dei villaggi, erano ormai bruciate; i pozzi sono profondi 70 m ed hanno una buona portata d’acqua.
I due pozzi saranno quindi integrati nel nuovo progetto tecnico Per rendere possibile la redazione del progetto tecnico si è impiegato il restante tempo di permanenza nel distretto misurando le distanze e i dislivelli del territorio, dati che saranno utili a sopperire alla totale assenza di cartografia, misurata e quotata, relativa alla zona.
Livia Trigona

Stazione di pompaggio

Particolare dell’interno della Stazione

Per la prima volta la porta si apre agli abitanti dei villaggi!

Si analizzano le parti meccaniche.

La scala realizzata apposta per salire alla cisterna.

La cisterna superiore.

Controllo della cisterna.

Ancora ermeticamente chiusa, non è possibile visionare l’interno.

Si passa ai pozzi…. apertura del I pozzo collegato alla Stazione di pompaggio.

Insieme si estrae il tubo e la pompa.

La pompa.

Analisi dello stato della pompa.

Apertura del II pozzo collegato alla Stazione di Pompaggio.

Le operazioni si ripetono

Anche questa pompa è ormai bruciata.

Si comincia il rilevamento di quote, dislivelli e distanze tra i villaggi

Si lavora tutti insieme!